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TEMA 2024
LE MALEDETTEPARTI

“Le maledette parti”
I templari tra Papato e Impero nella guerra tra Guelfi e Ghibellini

Ho fatto questo principio per aprire la via a intendere donde procedette in Firenze le maledette parti de’ Guelfi e Ghibellini. Per loro superbia e per loro malizia e per gara d’uffici hanno così nobile città disfatta, e vituperate le leggi, e barattati gli onori.

Così si esprime il cronista fiorentino Dino Compagni nel resoconto dei fatti accaduti a Firenze durante i suoi tempi (XIII sec.). Nella sua Cronica troviamo la famosa dicitura maledette parti, sintesi mirabile della divisione dei suoi concittadini in due fazioni nettamente distinte. Lo scontro in Toscana giunse ad esiti fatali e drammatici, come nelle battaglie di Montaperti (1260) e di Campaldino (1289) cui partecipò anche il più famoso guelfo d’Italia, Dante Alighieri, successivamente definito da Ugo Foscolo il ghibellin fuggiasco. Il conflitto, però, coinvolse non solo la patria del sommo poeta. Le ostilità riguardarono quasi per intero il nostro Paese. Il sangue dei guelfi e dei ghibellini fu versato in abbondanza anche nel territorio del Piceno con la secolare ostilità tra Ascoli e Fermo, che coinvolse anche Castignano, Offida, Ripatransone e altre località della zona.

Fatta questa doverosa premessa emerge con forza la questione che più ci sta a cuore: cosa c’entrano i templari con i guelfi e i ghibellini? La domanda riferita a una rievocazione chiamata Templaria Festival è lecita. Proviamo a rispondere cercando di dispiegare con calma le motivazioni dietro questa scelta, motivazioni che abbracciano tre ambiti.

In primo luogo, il tema della 33sima edizione di Templaria Festival è lo scontro tra guelfi e ghibellini, vale a dire uno degli snodi più importanti della storia del basso medioevo, perché da anni il Festival vuole riflettere su argomenti del passato anche in termini di attualità. Quello degli scontri fratricidi è, ahinoi, un dramma che coinvolge il nostro presente. Tanti sono i focolai di guerra che infiammano il mondo in questo tragico momento storico. Molti di questi conflitti assomigliano alla feroce guerra civile tra seguaci del papato e seguaci dell’impero, guerra che mise a ferro e fuoco il nostro Paese durante l’epoca comunale. Le analogie con l’attualità non si limitano al conflitto ma ne riguardano anche le ragioni. Così come nel caso della contrapposizione tra guelfi e ghibellini, le cause della stragrande maggioranza delle guerre in essere sono tutt’altro che ideologiche. Dopo la morte di Federico II di Svevia e di suo figlio Manfredi, combattere sotto le insegne del papa o dell’imperatore nascondeva ragioni di ben altra natura che non quelle della fedele appartenenza politica. I contrasti si spostarono dal piano collettivo a quello degli interessi concreti, opponendo città e famiglie rivali. Oggi come allora le guerre vengono combattute per mantenere il potere locale. Nessuna scelta esistenziale di campo, semmai ce ne sia stata in una guerra, ma solo bieche ragioni di ordine materiale.

Il secondo motivo che ci ha spinto a scegliere questo tema è che da diverse edizioni Templaria Festival ha allargato il campo della ricerca storica a tutta la società dei quei secoli. Crediamo che parlare del ruolo della donna nella società medioevale, della peste del Trecento, degli ordini mendicanti, della società comunale… sia un modo per meglio comprendere e approfondire l’Ordine dei poveri cavalieri di Cristo: i Templari.

Inoltre, come già accennato, lo scontro tra i guelfi e i ghibellini ha riguardato il nostro territorio molto da vicino. Nel 1240 Federico II, che l’anno precedente era stato scomunicato da papa Gregorio IX, si impegnò in una campagna militare contro quelle città schierate a favore del pontefice. Così Ascoli, filopapale da sempre, subì un primo assedio da parte delle truppe imperiali guidate dal figlio dell’imperatore, Enzo. L’arrivo di rinforzi provenienti da Perugia, inviati dal pontefice, fece desistere dall’assedio l’esercito di Federico II che, durante la smobilitazione, venne attaccato e duramente colpito. L’imperatore però non era uomo da dimenticare gli oltraggi così, due anni dopo, nel 1242, pose nuovamente sotto assedio la città di Ascoli che questa volta capitolò a causa di un presunto tradimento degli stessi ascolani appartenenti alla parte ghibellina. Gli storici, che tuttavia riportano l’episodio molti secoli dopo i fatti, raccontano che da Porta Torricella la feroce cavalleria saracena, fiore all’occhiello dell’esercitò imperiale, dilagò dentro le mura cittadine seguita dalle truppe tedesche e infine dagli stessi ghibellini ascolani; tutti si abbandonarono a un saccheggio spietato. Famiglie sterminate, abitazioni distrutte, chiese depredate, il podestà e i consoli in catene mostrati come trofei di caccia, infine lo sfregio architettonico: quasi la metà delle duecento torri gentilizie che abbellivano la città, tutte appartenenti alle famiglie di parte guelfa, vennero demolite, con i tronconi recisi lasciati lì a severo monito per chiunque volesse mettersi contro gli imperiali. Ma gli esempi nella storia servono a poco così, nei due secoli successivi, i conflitti tra guelfi e ghibellini continuarono allargandosi alle località circostanti. Furono soprattutto i dissidi tra Ascoli e Fermo a coinvolgere Castignano che, nella sua coerente politica anti ascolana, partecipò con costanza alle leghe (quasi sempre ghibelline) contro la città di Ascoli. Certo non sempre i protagonisti delle lotte locali potevano paragonarsi ai papi e agli imperatori, le battaglie epiche spesso erano rimpiazzate da furti di bestiame, scorrerie contro i vicini e qualche omicidio per vendetta. Ma anche nel nostro territorio il conflitto tra le maledette parti fu sanguinoso e violento.

Dunque Templaria Festival affronta il tema delle maledette parti. E i templari? Cosa c’entrano i cavalieri dell’Ordine del Tempio con lo scontro tra guelfi e ghibellini? Non molto. Ma quando si parla di templari la risposta più immediata non sempre è la più giusta. Proviamo a capire. Certamente la missione dei templari era legata al ruolo che l’ordine aveva negli Stati crociati, noti anche come Outremer o Terre d’Oltremare: proteggere i territori e i percorsi che portavano i pellegrini ai luoghi santi. E allora come si posiziona l’ordine quando a partire dal XII secolo inizia in alcune aree dell’Europa occidentale, soprattutto in Italia centrosettentrionale e nella Francia del Sud, quella che viene definita l’Età comunale e con questa i primi scontri per il potere tra le fazioni cittadine? Nel continente i templari non si corrompevano partecipando alle beghe quotidiane di artigiani, bottegai, mercanti…, classi emergenti e sgomitanti per una fetta di rappresentanza e di potere. Stavano nascendo i primi comuni e i nuovi organi politici prendevano via via il posto del controllo dei vescovi-conti. Agli scontri tra la nascente borghesia e la vecchia nobiltà feudale fece da contraltare lo scontro per la spartizione del potere tra le famiglie dei guelfi e dei ghibellini. Un momento storico ricco di eventi e mutamenti.

Torniamo alla domanda precedente: i templari? Tra le varie norme previste dall’Ordine, nella Regola templare c’è quella sacra, inviolabile e definitiva di non combattere mai contro altri cristiani. Ai templari era fatto assoluto divieto di usare le armi contro fratelli che professano la stessa fede. Ma le cose andarono proprio così? I templari rispondevano direttamente al pontefice e dunque se lo scontro vedeva una parte, se pur lontanamente, richiamarsi alle ragioni del pontefice, i templari non potevano che schierarsi da quella parte. Lo facevano sostanzialmente non con la lotta in armi, cosa assolutamente vietata dalla regola, ma certamente fornendo risorse economiche e materiali, dunque denaro e armamenti. Poche sono le fonti che testimoniano una loro partecipazione diretta alle azioni militari, se non in chiave difensiva, ma sicuramente non furono totalmente estranei alla questione della lotta.

Come ogni anno Templaria Festival cerca di tenere insieme il fascino della rievocazione e il rigore della ricerca, le folli notti medioevali e i convegni. Un evento diventato ormai un appuntamento fisso delle estati marchigiane che quest’anno cercherà tra le pietre millenarie del centro storico di far rivivere il feroce scontro che vide Castignano in prima linea combattere in quelle maledette parti che dividevano la società.

Prof. Andrea Fioravanti

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